Il 2023 è stato un anno molto difficile per il personale della funzione pubblica e del privato sociale. Stiamo parlando di quei circa 30 mila addetti della nostra provincia che con il loro lavoro e sacrificio hanno sostenuto sanità, enti locali, funzioni centrali, igiene ambientale e terzo settore senza ricevere nessun aumento salariale. E, purtroppo, le prospettive per l’anno nuovo non sono delle migliori.
Come Fp Cgil di Padova non possiamo nascondere di essere molto preoccupati per l’esiguità delle risorse previste dalla Legge di Bilancio 2024 nei settori che seguiamo nella nostra Provincia che, ricordiamo, è la prima in Veneto per numero di dipendenti nella sanità e nel terzo settore. Un collettivo di donne e uomini che silenziosamente lavorano per il bene pubblico e la sua preservazione. Ma, ci chiediamo, si può ancora chiamare lavoro un’attività che non riserva nessuna gratificazione né dal punto di vista economico né da quello professionale? E che senso ha operare per una contrattazione decentrata quando molti dei settori che seguiamo sono desolatamente senza fondi contrattuali sufficienti per investire in assunzioni e premialità effettive? Perché è questa la situazione che ci troviamo di fronte. Esistono servizi nel nostro territorio, come ad esempio l’ispettorato del lavoro ma non solo, nei cui uffici manca una connessione internet che funzioni, per dirne una. Oppure hanno spazi totalmente inadeguati ad accogliere nuovi colleghi che non vengono messi così nelle condizioni di mettersi all’opera. Servizi assistenziali ospedalieri, territoriali e case di riposo che non hanno personale sufficiente, sia nel comparto, sia nella dirigenza. È vero che esistono anche delle eccellenze nel nostro territorio ma queste sono state raggiunte grazie alle lavoratrici e lavoratori che vi operano. Il panorama generale però resta drammatico: appalti ed esternalizzazioni stanno destrutturando un sistema di servizi socio assistenziali alla persona che richiederebbe cura e non il raggiungimento di obiettivi che si tramutano in numeri. Perché è purtroppo questo l’indirizzo che sta prendendo la pubblica amministrazione: i numeri sono diventati più importanti delle persone.
A queste condizioni, per quanto potremo ancora resistere? Vale la pena sottolineare che la pubblica amministrazione si sostiene attraverso la fiscalità generale e la contrattazione decentrata a cui vengono destinate le risorse a disposizione di ogni singolo ente. Questo però porta spesso porta a diversi trattamenti contrattuali tra dipendenti diretti dell’ente e personale esternalizzato. Come Fp Cgil Padova, auspichiamo per il 2024 una maggior redistribuzione economica nel lavoro territoriale, l’arrivo del personale promesso e un miglioramento delle relazioni sindacali sia negli enti ministeriali, anche non economici, che in quelli locali. Inoltre, puntiamo ad avere una contrattazione di genere che sostenga un mondo del lavoro costituito per più del 70% da donne, quindi con una maggior attenzione verso l’uso del linguaggio e attraverso la valorizzazione delle differenze.
In conclusione, per il 2024 riteniamo necessario che proprio da qui, dalla provincia veneta con maggiori “aziende” pubbliche, debba partire un’idea di benessere anche per chi “produce” cura, assistenza e tutele. Lavoratrici e lavoratori, grazie ai quali, i diritti dei cittadini hanno garanzia e applicazione. Ma per continuare a farlo e per farlo meglio servono risorse, personale e contrattazione per migliorare le condizioni lavorative. Se il 2024 non avrà queste priorità, avremo l’ennesima conferma che il Covid non ci ha insegnato nulla.
ALESSANDRA STIVALI – SEGRETARIA GENERALE FP CGIL PADOVA