CRISI ECONOMICA. EUROPA, LA CAMPAGNA D’AUTUNNO PER I SALARI
🔹 Mobilitazione della Ces per aumentare i redditi e ridistribuire ricchezza. Un piano in sei punti: “Governi e Ue non possono restare a guardare”
Una mobilitazione a livello europeo a difesa dei salari, per chiederne l’aumento, insieme alla tassazione e ridistribuzione degli extraprofitti e della ricchezza. È l’iniziativa lanciata dalla confederazione europea dei sindacati (Ces) con la campagna “End the Cost of Living Crisis: Increase Wages, Tax Profits!”. Obiettivo: pretendere una risposta alla crisi dell’aumento generalizzato del costo della vita causato dalla pandemia, prima, e dagli effetti della guerra in Ucraina, dopo.
I lavoratori “sono le vittime di questa crisi, con il valore dei loro salari in calo mentre i prezzi dei beni di uso quotidiano sono in aumento. Tutto questo aumenta le disuguaglianze esistenti, con i lavoratori a basso reddito e le persone vulnerabili colpite più duramente”, spiega il sindacato europeo e indica gli strumenti che i datori di lavoro, i governi e l’Ue “hanno la responsabilità di adottare”, ossia “misure urgenti” che, oltre a intervenire sui redditi da lavoro e sulla ridistribuzione, garantiscano “sostegni di emergenza alle famiglie in difficoltà e un tetto ai prezzi”
“I governi e l’Ue non possono restare fuori da questa crisi. Il prezzo dell’inazione o dell’adozione di una risposta sbagliata, come l’aumento dei tassi di interesse, il congelamento dei salari o il ritorno al fallito programma di austerità, sarà catastrofico”, ammonisce la Ces.
Un piano in sei punti
La confederazione ha proposto un piano in sei punti. Vediamoli a seguire nel dettaglio.
1) Aumenti salariali per far fronte all’aumento del costo della vita e garantire ai lavoratori una quota equa degli incrementi di produttività, nonché misure volte a promuovere la contrattazione collettiva come il modo migliore per raggiungere una retribuzione equa e un’economia sostenibile.
2) Sostegni mirati per le persone che lottano per pagare le bollette energetiche, mettere il cibo in tavola e pagare l’affitto; il diritto all’alimentazione e a una casa calda sono diritti umani che vanno tutelati. Non ci si può aspettare che le persone in povertà paghino bollette insostenibili. Occorre vietare i distacchi.
3) Il tetto ai prezzi, in particolare per quanto riguarda il costo delle bollette energetiche e una tassa certa sugli extraprofitti delle aziende energetiche e di altre società, per far sì che non possano speculare su questa crisi, insieme ad altre misure per fermare la speculazione, come la riduzione dei dividendi, ed evitare speculazioni sui prezzi dei generi alimentari.
4) Misure a livello nazionale ed europeo di sostegno anti-crisi per tutelare i redditi e i posti di lavoro nell’industria, nei servizi e nel settore pubblico, comprese misure di tipo Sure (Il nuovo strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza, ndr) per tutelare i posti di lavoro e i redditi, e per finanziare misure sociali per affrontare questa crisi e i processi di transizione giusta.
5) Riformare il funzionamento del mercato dell’energia dell’Ue. Riconoscere che l’energia è un bene pubblico e investire per affrontare le cause profonde della crisi, come il sottoinvestimento nell’energia verde e le conseguenze della privatizzazione.

6) Un posto al tavolo per i sindacati per ideare e attuare misure anti-crisi attraverso il dialogo sociale. Questo è il metodo collaudato per gestire con successo la crisi.

Published On: Ottobre 9th, 2022 / Categories: NOTIZIE DA FPCGIL.IT /

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